L’Istituto italiano di tecnologia (IIT), grazie anche al G-Factor di Fondazione Golinelli, lancia Novavido,una start-up innovativa allo scopo di sviluppare la retina artificiale liquida, una proposta terapeutica, potenzialmente rivoluzionaria, che mira a diventare la soluzione a malattie dell’occhio, come la retinite pigmentosa e la degenerazione maculare, dove il nervo ottico è ancora funzionante ma sono inesistenti i fotorecettori che assorbono la luce.

L’idea è il risultato di un progetto di ricerca e sviluppo nato dieci anni fa che coinvolge il Center for Nano Science and Technology di Milano, guidato da Guglielmo Lanzani e il Center for Synaptic Neuroscience and Technology di Genova, guidato da Fabio Benfenati, in collaborazione con Grazia Pertile,primario di oftalmologia dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Verona.

«La tecnologia si basa sul concetto dei polimeri fotovoltaici – spiega il fisico Guglielmo Lanzani -, che, come i fotorecettori della retina, attirano la luce. Una volta intuito che sono in grado di attivare i neuroni e trasformare la luce in segnale elettrico, abbiamo creato una protesi da impiantare. In un secondo momento abbiamo pensato di ideare una sospensione di nanoparticelle polimeriche biocompatibili e fotoattive, quindi una versione liquida e iniettabile sotto la retina, attraverso un intervento breve, semplice e poco invasivo, dove andranno a sostituire i fotorecettori che a causa della malattia non ci sono più. Il nervo ottico deve essere, però, funzionante».

Durante la prima fase di sperimentazione i risultati ottenuti sono stati estremamente efficaci e promettenti, pubblicati nel 2020 sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Nature Nanotechnology. «Con questo dispositivo – chiarisce il neurologo Fabio Benfenati – i vantaggi sono innumerevoli: potremmo riuscire a coprire aree visive molto ampie, come nessuna protesi retinica planare è riuscita a fare finora e, potenzialmente, l’intervento può essere ripetuto più volte, anche dalla ricerca è risultato che i benefici sull’acuità visiva sono estremamente prolungati. Ma soprattutto, in caso di mancato successo è più che raro che l’operazione danneggi ulteriormente il tessuto oculare».

La start-up Novavido inizierà nei prossimi due anni la fase due, ovvero la sperimentazione della retina artificiale liquida sull’uomo, grazie alla società farmaceutica Alfasigma, a Utopia SIS, dedicata alle life sciences, all’Istituto per non vedenti e ipovedenti David Chiossone onlus e a Club2021 che finanzieranno questa fase con un investimento, prima di 1,4 milioni di euro e al termine dei 24 mesi di circa 4,5 milioni. «Sotto il profilo finanziario e scientifico – spiega Antonio Falcone. executive vice president di Utopia SIS – è un consorzio da manuale: da una parte ci sono ricercatori di eccellenza, non solo italiana ma anche a livello europeo, c’è una corporate solida che ci crede e investe e infine abbiamo l’Istituto Chiossone, partner fondamentale che porta sensibilità e umanità nello sviluppo del progetto».

FONTE: corriere.it
https://www.corriere.it/economia/aziende/21_giugno_23/retina-artificiale-liquida-sull-uomo-l-iit-lancia-nuova-startup-62ccc5cc-d3fa-11eb-8dcd-923bd7ac4a6d.shtml